KOKORO, commissionato da Ivano Battiston per celebrare i 30 anni dall’istituzione della cattedra di fisarmonica presso il Conservatorio di Firenze, è un breve brano ispirato a un haiku del celebre scrittore giapponese Natsume Sōseki sullo sbocciare della primavera.
KOKORO, per fisarmonica
Per tante ragioni mi ero un po’ allontanato dalla scrittura e l’invito di Ivano a comporre un piccolo brano in occasione del trentesimo anniversario della cattedra di fisarmonica nel conservatorio Cherubini, dove io stesso ho studiato, mi sembrò molto significativo.
Si trattava di lasciarsi ispirare dalla gioia di un percorso di crescita in un momento in cui, a livello personale, gli aspetti più misteriosi della vita interrogavano la mia interiorità. E di farlo con uno strumento, la fisarmonica, che ho potuto ascoltare spesso in casa da bambino – perché mio padre la suona amatorialmente – ma per il quale ho scritto una sola composizione, C(Y|IR)CLES, IN CERCA DELLA A-DUALITÀ.
Ivano Battiston, poi, è un musicista fuori dal comune perché, diversamente da come sempre più spesso accade, nelle sue interpretazioni percorre sempre il sentiero più difficile, quello in cui esporre all’ascolto degli altri la sua profonda umanità, con la sua libertà, le sue emozioni, la sua capacità di attribuire valore, significato e senso di direzione, che è il cuore pulsante del fare musica.
Istintivamente pensai subito di legare ciò che avrei scritto a un Haiku e così ripresi in mano una antologia relativa a questo affascinante mondo poetico giapponese e, dopo un breve processo di selezione, mi risolsi per un componimento di Natsume Sōseki sul passaggio dall’inverno alla primavera: era perfetto per descrivere il viaggio trentennale della fisarmonica nel conservatorio di Firenze, ma anche per ritrovare in me la radice di un nuovo slancio creativo. Scelsi, come titolo, Kokoro, prendendo spunto dal romanzo più famoso dello scrittore, tradotto in italiano con Il cuore delle cose, per il suo ampio ventaglio di significati e la sua capacità di unire la dimensione mentale, emotiva e spirituale in un tutto armonioso.
Nel frattempo, mentre approfondivo lo studio della fisarmonica e delle sue possibilità tecniche sui manuali, sperimentavo con lo strumento di mio padre: da pianista sono abituato a suoni che, una volta eseguiti, non sono ulteriormente modificabili e a un timbro che, pur flessibile attraverso il tocco e i pedali, rimane sempre in una gamma abbastanza limitata di possibilità; nella fisarmonica invece, i registri, il mantice e la bottoniera a bassi tradizionali (Stradella) aprono le porte a un universo sonoro sconfinato, un immenso parco giochi! Non sono un compositore che ha la musica in testa: in testa ho i miei pensieri, le mie idee, le mie intuizioni, talvolta una sonorità oppure un profilo melodico, più spesso una istanza emotiva.
Ma la musica per me viene sempre dal contatto col suono – anche mediato dalla tecnologia se non posso fare altrimenti -, dalla possibilità di esplorare con le mani gli strumenti musicali fino all’infantile vedere cosa succede se premo qui e di parlare con coloro i quali hanno fatto di quegli strumenti la principale ragione di vita. Un tempo me ne vergognavo, avendo in mente l’immagine di quei grandi compositori intenti a scrivere fiumi di note nel silenzio di una stanza, oggi non m’importa, perché mi accorgo che questo approccio alla scrittura è strettamente connesso con la mia estetica, così legata a un percorso cominciato, forse, con la giovanile lettura di quel testo straordinario che è Pietre che cantano di Marius Schneider, in cui provo sempre a mettere insieme speculazione e intuizione, spirito e materia, cielo e terra.
Curiosità simbolico-musicali
Kokoro, della durata teorica di circa 1’30” (come da commissione), ricalca la struttura dell’haiku a cui si riferisce:
- ai 3 versi corrispondono le sue 3 sezioni;
- alle sillabe, rispettivamente 5, 7 e ancora 5, corrispondono invece le sue battute.
Il numero 5, che peraltro rappresenta il modo in cui è organizzata la bottoniera, e, in misura minore perché minore è in effetti il suo peso nella struttura formale dell’haiku, il 7 informano tutto il materiale sonoro:
- il tempo delle sezioni esterne è di 57bpm, quello della sezione centrale 75bpm;
- il metro delle sezioni di 5 battute è in 5, quelle della sezione di 7 battute in 7;
- 7 quinte giuste successive determinano la scala lidia dalla quale sono tratte tutte le strutture accordali;
- L’intervallo di quinta giusta è alla base delle successioni armoniche e dei passaggi coi 32esimi a inizio e fine;
- 5 è il numero dei registri totali utilizzati e, nella parte centrale, delle aree diatoniche e di elementi per le due voci della mano destra;
- combinazioni decrescenti di 7 e 5 (7+7, 7+5, 5+5 etc.) definiscono la durata di ciascun accordo nella parte centrale.
Crediti
Musica composta da Paolo Cognetti ed eseguita da Ivano Battiston
Etichetta & Edizioni: Ars Spoletium
Distribuzione digitale: Just Entertainment