Franco Cioci (31 gennaio 1940 - 29 marzo 2021)
Il Maestro Franco Cioci ci ha lasciato.
L’avevo sentito un paio di settimane prima in una telefonata troppo a lungo rimandata: stava finalmente meglio dopo alcuni mesi difficili dal punto di vista della salute; gli chiesi se avesse ripreso a scrivere e mi disse, per la prima volta dopo molti anni, di sì. Era molto sereno e ci ripromettemmo di vederci non appena fossero finite le restrizioni.
Impossibile riassumere in poche righe le ragioni della mia immensa gratitudine nei suoi confronti.
Da lui, in conservatorio, non si andava per la classica oretta in cui farsi correggere i compiti. Si passavano le giornate insieme: così, senza nemmeno aver bisogno di renderlo esplicito, insegnava che la musica ha molto a che fare con la vita, che è relazione e dono reciproco di esseri umani per altri esseri umani.
Aveva un approccio “iniziatico”, non “metodico”: le lezioni non erano mai prescrizioni espresse verbalmente in relazione a precise consuetudini compositive; piuttosto spiegava nel modo in cui comunica la musica, mettendosi al pianoforte e suonando, ogni tanto chiedendo la più ardua delle domande: “Senti?”. Era dannatamente dura seguirlo eppure aveva ragione: la musica è irriducibile alla parola, non sono le chiacchiere a formare un musicista ma il suono, non è la tecnica a definirlo ma la sua capacità di ascoltare.
Criticava molto l’assenza di libertà di scrittura negli anni della sua giovinezza: li descriveva come troppo spesso votati a un disarticolato borbottio schizoide, un sofisticato birignao musicale, ispirato non da reali ragioni espressive ma da un esasperato conformismo ideologico, “nella musica si può fare tutto, nulla è vietato”, diceva sempre. Voleva risparmiare a noi allievi l’inevitabile destino di fallimento personale, e di oblio e irrilevanza storica derivante da scelte eterodirette in cui troppi compositori si erano persi e avevano inaridito la loro vena creativa. E così, mentre molti miei compagni scrivevano la musica dei loro maestri, io col Maestro Cioci ho imparato a scrivere la mia.